Storia
“Il Baretto di San Vigilio è una bomboniera di raffinatezza e romanticismo, che racconta la storia di una famiglia e del suo proprietario”
I primi ricordi
«Il primo ricordo è del 1964. Ci sono le parole di una famiglia, la voce di mia madre Antonia che mi chiede: “Ma come è su là?» racconta Beppe Acquaroli. La domanda è indirizzata proprio a lui, bambino di 6 anni: papà Tito lo aveva portato con sé a scoprire l’allora Bar di San Vigilio: ne gestiva già uno a Colognola, il Bar degli Amici, ma come secondo lavoro Tito noleggiava jukebox e doveva ritirarne uno nel bar di Città Alta che sarebbe stato chiuso a breve. «Mio padre mi portò con lui, era un giorno feriale d’estate – ricorda Beppe -. Alla domanda di mia madre non seppi altro che rispondere: “Là è sempre festa“. Ci trasferimmo a San Vigilio per non lasciare più questo luogo». Che per Beppe è e deve essere sempre festa: «Per mantenere la passione di quell’inizio, l’amore per l’ospitalità e l’accoglienza, quel senso di essere lì per festeggiare i nostri ospiti, la loro scelta di trascorrere del tempo con noi, in un luogo e in un’atmosfera curata fin nei piccoli dettagli».
L’evoluzione negli anni
Le due costanti: cultura e famiglia
L’importanza dei dettagli
STORIA
Qualunque giorno o momento vissuto al Baretto per Beppe è speciale. Anzi: «Anzi – sorride -, per il Beppe del Baretto come mi chiamano e conoscono tutti a Bergamo: quel giorno del 1968 avevo 10 anni e ho lavato il mio primo bicchiere – e continua -. Il Bar di San Vigilio è diventato Baretto, semplicemente, come lo chiamava la gente di Bergamo». Un luogo storico, un punto di incontro, di relazioni e vite che qui sono passate. Pezzi di storia, dello stesso locale, che si rinnova e nel 1988 si trasforma in ristorante: «Ho percepito che era il tempo di sviluppare un’offerta più articolata». Una cucina legata al territorio, «con contaminazioni che fanno parte della mia cultura e del mio modo di essere: tanta Bergamo quindi, ma anche ispirazioni in giro per l’Italia e il mondo, con una passione speciale per la Francia». I bistrot parigini così come quel senso antico e bohémien di luoghi del cuore come l’Harry’s Bar di Venezia e il Café de Flore di Parigi.